“U Ferefelate”, Quadernetto di – Romano Petroianni (leggi biografia)
U ferefelate
(U / f-r-f-lat)
Questo termine rappresenta il classico esempio, nel dialetto di Lucera, della necessità di interporre tra le consonanti la vocale “e” (muta), affinché tutte le parole abbiano un senso compiuto; diversamente “U ferefelate” (U / f-r-f-lat) diverrebbe nella scrittura “U frflat”.
Il termine “U ferefelate” (U / fr-f-lat) ha il significato di
– “Il filo di ferro” –
ma la sua traduzione alla lettera è:
– “Il ferro-filo-ato” –
– (Il ferro-filato) –
cioè
– “Il ferro che fila” –
– Il ferro assottigliato” –
– “ato”, suffisso del participio passato dei verbi della prima coniugazione in “are”, che, come in questo caso, forma nome o aggettivo derivante da altro nome, alla pari dei seguenti esempi:
– Il gelato (dolce) > da “il gelo-ato” –
– Il celibato > da “il celibe-ato” –
– Il pelato > da “il pelo-ato” –
– Il consolato > da “il console-ato” –
– Il nitrato > da “il nitro-ato” –
– Lo sposato > da “lo sposo-ato” –
– L’assetato > da “lo a-sete-ato” –
– L’assediato > da “lo a-sedio-ato” (sedio, anticamente inteso con seggio e sedia) –
– La fischiata > da “la fischio-ata” –
– Il pergolato > da “il pergola-ato” –
– Il casato > da “il casa-ato” –
– Il melato > da “il mela-ato” –
– Il mandorlato > da “il mandorla-ato” –
Tutti questi esempi evidenziano un’altra particolarissima regola lucerina:
– Nella fusione dei termini si evidenzia la regola grammaticale, valevole anche in italiano, che delle vocali, fine e inizio di due parole consecutive, rimane sempre quella iniziale del secondo termine
In più, che tutti i sostantivi, derivanti da fusione di parole, prendono l’articolo dell’ultimo termine.
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