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20 Aprile 2024
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Sfogliando: “U CUMBITTE MMOCCHE O’ PÚRCHE”, l’uso della metafora e della similitudine con il mondo animale

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I proverbi e i modi di dire lucerini sono tanti. Di solito la loro origine è lontana e frutto di culture passate. Molto spesso hanno alle loro spalle un riferimento ben preciso, ovvero una storia e un significato, che non molti conoscono, dato che si tratta di detti appartenenti alla tradizione, alcuni scomparsi e altri poco in uso. Allora, non è mai troppo tardi per riproporli e questa rubrica offre un’opportunità piacevole, e speriamo interessante, per saperne di più.

asino“U CUMBITTE MMOCCHE O’ PÚRCHE”

Traduzione: “Il confetto in bocca al maiale“.

Significato: È una persona che non sa apprezzare le bontà che gli offrono.

Curiosità: Nel nostro dialetto lucerino, per rendere accessibili determinati concetti inerenti al comportamento umano, esistono delle parole o espressioni, dalla fortissima capacità evocativa e di sintesi, che esprimono, con l’uso della metafora e della similitudine con il mondo animale, situazioni e percezioni che creano nella mente di chi ascolta l’immagine e il senso di quello che si vuole descrivere.

Alcuni esempi:
U CANE D’U PRÌNGEPE (persona troppo curiosa);
‘A MÚLE CIUCCÍGNE (persona troppo testarda);
‘A GATTE C’U PELEMÓNE MMOCCHE (persona sempre pronta a brontolare);
‘A VUCÍLLE SÓP’ A FRONNE (persona sempre pronta ad andare via);
U CIUCCE NGIAMBECATARE (persona che non guarda dove mette i piedi, rischiando, pertanto, di inciampare continuamente);
U PÚRCHE C’U GGJGLIE MMOCCHE (persona che non può sembrare migliore di quella che è);
U CUMBITTE MMOCCHE O’ PÚRCHE (persona che non sa apprezzare le bontà che gli si offrono);
‘NA GATTE MOPE (persona di poche parole);
‘A GATTE NNAMMURATIZZE (ragazza troppo leggera);
‘NA GALLÍNA CAMMENANDE (donna che va sempre in giro);
‘A GATTA CENERENDÚLE (donna cui piace stare in casa);
U CANE FRUSTATE (persona che si mantiene sempre a distanza);
U PÚRCHE FÓRE MORRE (persona che non sa stare in mezzo alla gente);
TURNIJEJE CÚME NU MUSCÓNE (uomo insistente e importuno con le donne);
MBAMBALUTE CUMME NU VICCE (persona assai stordita);
L’APE CEGGHJARÚLE (persona famosa per il suo comportamento litigioso e provocatorio);
ÈJE CÚM’E ‘NA ZÈCCHE (persona dalle richieste insistenti);
ÚCCHJE DE GÁTTE (persona capace di cogliere qualsiasi dettaglio).

Nella società moderna, specialmente tra i giovani, si usano parole ed espressioni nuove. Pertanto, assistiamo a un lento declino dell’uso del dialetto, soprattutto di parole e modi dire, che sono diventati obsoleti e desueti e sempre più difficile tramandare.


Rubrica di Lino Montanaro & Lino Zicca

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