17.8 C
Lucera
29 Settembre 2023
Lucera.it – Giornale Online sulla città di Lucera
Copertina Dialettando

Dialettando 262 – Modi di dire Lucerini

realizzazione siti web Lucera

lino-montanaro“Dialettando” , la rubrica di Lino Montanaro propone tutti i giovedì proverbi e modi di dire lucerini, tramandati di generazione in generazione, per non dimenticare le origini della nostra amata Lucera.

DIALETTANDO 262

A Lucera non si dice “È una donna con un carattere molto forte” ma si dice
– “QUÈLL’ÉJE ‘NA FÈMMENE CH’I CAVEZÚNE “– Traduzione: (Quella è una donna con i calzoni)

A Lucera non si dice “È una persona a cui non sfugge niente“ ma si dice
– “CHE N’ÚCCHJE DORME E CHE N’ÀVETE FACE ‘A SPÍJE“– (Traduzione: Con un occhio dorme e con l’altro spia)

A Lucera non si dice “Per tutte queste amarezze che ci stanno causando, la pagheranno cara” ma si dice
– “TUTTE ‘STU VELÈNE SE L’ÀNNA APPÉNNE NGANNE!” – (Traduzione: Tutti questi dispiaceri se li devono legare al collo)

A Lucera non si dice “È indice di buona salute quando una persona si libera con continuità” ma si dice
– “SI U CÚLE CANDE, U MIDECHE SE FOTTE“– (Traduzione: Se il sedere canta, il medico si fotte)

A Lucera non si dice “Con la calma e la tranquillità si raggiungono i propri obiettivi” ma si dice
– “CHJANE, CHJANE, ARREVAME A MELANE” – (Traduzione: Piano, piano, arriviamo a Milano)

A Lucera non si dice “È una persona lenta nel suo lavoro “ ma si dice
– “È LLUNGHE CÚM’E ‘NA MÈSSA CANDATE“– (Traduzione: È lungo come una messa cantata)

A Lucera non si dice “Non presta molta attenzione quando cammina” ma si dice
– “CAMÍNE SÈMBE A LA CECHÉGNE” – (Traduzione: Cammina sempre alla cieca)

A Lucera non si dice “È deperito in maniera impressionante” ma si dice
– “À CACCIÁTE I SPANGÈLLE DA FÓRE” – Traduzione: (Ha tirato le costole fuori)

A Lucera non si dice “È un gran donnaiolo, un libertino, un puttaniere“ ma si dice
– “QUILL’ÉJE ‘A MÈGGHJA VRACHÈTTE DE LUCÉRE” – (Traduzione: Quello è la migliore patta di Lucera)

A Lucera non si dice “Deve sopportare una situazione molto pesante” ma si dice
– “L’È CCADÚTE ‘NA CAVEDARE D’ACQUA VULLÈNDA NGÚLLE“- (Traduzione: Gli è cascata addosso una pentola di acqua bollente).

———————————————————————————————————————-

COPERTINALINO MONTANARO E LINO ZICCA, ECCO IL NUOVO LIBRO

Ci siamo! Finalmente la tipografia Grafiche Catapano ha finito di stampare il nuovo libro di Lino Montanaro & Lino Zicca: “LUCERA DI UNA VOLTA ” che raccoglie oltre 120 brani di storia sommersa relativi a modi di dire, usanze, credenze, che riguardano pratiche religiose, usanze del ciclo della vita, pratiche e forme di magia, valore e svolgimento di feste religiose e civili, metodi per prevedere il tempo durante tutto l’arco dell’anno, scuola, personaggi, luoghi, giochi ed altro della Lucera di una volta.

Com’è possibile prenotarlo?

Il libro è disponibile presso Libreria Catapano in Viale Dante Alighieri, 1 a Lucera. E’ anche possibile prenotarlo direttamente da questa pagina, inviando un’email a: montanaro.lino@libero.it

 

REGOLE DI PRONUNCIA

Il dialetto lucerino, come del resto ogni dialetto, ha le sue ben precise e non sempre semplici regole di pronuncia. Tutto questo, però, genera inevitabilmente l’esigenza di rispettare queste regole non solo nel parlare, ma anche e soprattutto nello scrivere in dialetto lucerino. Considerato che il fine di questa rubrica è proprio quello di tener vivo e diffondere il nostro dialetto, offrendo così a tutti, lucerini e non, la possibilità di avvicinarvisi e comprenderlo quanto più possibile, si ritiene di fare cosa giusta nel riepilogare brevemente alcune regole semplici ma essenziali di pronuncia, e quindi di scrittura dialettale, suggerite dall’amico Massimiliano Monaco.

1) La vocale “e” senza accento è sempre muta e pertanto non si pronuncia (spandecà), tranne quando funge da congiunzione o particella pronominale (e, che); negli altri casi, ossia quando la si deve pronunciare, essa è infatti sempre accentata (sciulutèzze, ‘a strètte de Ciacianèlle).

2) L’accento grave sulle vocali “à, è, ì, ò, ù” va letto con un suono aperto (àreve, èreve, jìneme, sòrete, basciù), mentre l’accento acuto “á, é, í, ó, ú” è utilizzato per contraddistinguere le moltissime vocali che nella nostra lingua dialettale hanno un suono molto chiuso (‘a cucchiáre, ‘a néve, u rebbullíte, u vóve, síme júte), e che tuttavia non vanno confuse con una e muta (u delóre, u veléne, ‘u sapéve, Lucére).

3) Il trigramma “sck” richiede la pronuncia alla napoletana (‘a sckafaróje, ‘a sckanáte).

4) Per quanto riguarda le consonanti di natura affine “c-g, d-t, p-b, s-z” è stata adottata la grafia più vicina alla pronuncia popolare (Andonije, Cungètte, zumbà) quella, per intenderci, punibile con la matita blu nei compiti in classe.

5) Per rafforzare il suono iniziale di alcuni termini, si rende necessario raddoppiare la consonante iniziale (pe bbèlle vedè, a bbune-a bbune, nn’è cósa túje) o, nel caso di vocale iniziale, accentarla (àcede, ùcchije).

6) Infine, la caduta di una consonante o di una vocale viene sempre indicata da un apostrofo (Antonietta: ‘Ndunètte; l’orologio a pendolo: ‘a ‘llorge; nel vicolo: ‘nda strètte).

[LINO MONTANARO BIOGRAFIA E PUBBLICAZIONI PRECEDENTI]

 

 

Potrebbero Interessarti

Dialettando 40 – Modi di dire Lucerini

Lino Montanaro

Dialettando – “A Lucera si dice 10”, Situazioni comportamentali

Lino Montanaro

Dialettando – “A Lucera si dice 6”, divertenti “curiosità lucerine”

Lino Montanaro

Pietra, è tempo di “Suoni, sapori, colori di Terravecchia”

redazione

Dialettando: Speciale Filastrocche Lucerine 6

Lino Montanaro

Dialettando 128 – Modi di dire Lucerini

Lino Montanaro