Oggi i bambini arrivano in prima elementare che già sanno leggere e scrivere, una volta invece il metodo di insegnamento prevedeva che si cominciasse con puntini e linee, si passava alle lettere dell’alfabeto e poi alle parole. Si scriveva inizialmente con la matita, dopo un po’ di tempo con il pennino e l’inchiostro. Si faceva prima la brutta e poi la bella copia.
Dopo aver imparato la numerazione e le prime operazioni subito ci si imbatteva, in seconda elementare, nello scoglio dell’apprendimento mnemonico delle tabelline, croce e la delizia degli scolari, un caro ricordo per alcuni o un terrificante fardello per altri. L’apprendimento si consolidava in terza elementare, continuando con la memorizzazione attraverso il ripasso. Era motivo di punizioni se non ti entravano nella zucca; se non le sapevi le facevano scrivere per tantissime volte.
Poi, c’era la gara delle tabelline fatte in classe. Ogni scolaro veniva interrogato a turno, con il terrore di non saperle. Se sbagliavi a rispondere il maestro/la maestra, spesso, usava un righello per colpirti sulle dita delle mani. Una punizione corporale che causava anche umiliazione che diventava più forte quando c’era la punizione aggiuntiva di finire dietro la lavagna.
Anche i papà interrogavano, quando si era a tavola per il pranzo o la cena, per vedere se i propri figli avessero imparato a memoria le tabelline.
Quella del 9 era la più difficile e per memorizzarla interveniva persino il dialetto con i suoi modi di dire: NOVE PE NNOVE? UTTANDÚNE; SÌ FFÈSSE E NDE N’ADDÚNE!
Un aiuto era fornito dalla tabellina pitagorica che si trovava nell’ultima pagina dei quaderni a quadretti, anche se poteva essere consultata solo di nascosto, perché le tabelline si dovevano sapere a memoria! E quando c’era l’interrogazione, gli insegnanti volevano il quaderno chiuso; alcuni, addirittura, strappavano l’ultima pagina del quaderno di aritmetica dei propri scolari.
Metodi d’insegnamento basati su forme di autoritarismo che avevano lo scopo di allenare e migliore la capacità di memorizzare. Oggi, i metodi didattici sono cambiati anche per la comparsa di moderni strumenti tecnologici quali calcolatrici, telefoni cellulari e similari. Pertanto, si ritiene, forse, che non ci sia più bisogno di allenare la memoria.
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