11.1 C
Lucera
24 Marzo 2023
Lucera.it – Giornale Online sulla città di Lucera
Copertina Dialettando

Dialettando – “A Lucera si dice 11”, modi di dire lucerini

Modi di dire lucerini di Lino Montanaro
realizzazione siti web Lucera

Lino Montanaro“Dialettando” , la rubrica di Lino Montanaro propone tutti i giovedì proverbi e modi di dire lucerini, tramandati di generazione in generazione, per non dimenticare le origini della nostra amata Lucera.

A Lucera quando si prende in giro qualcuno, si dice
– “ FÀ ‘A UÈJA-UÈJE

A Lucera per indicare chi fa le cose in modo affrettato e sconclusionato, si dice
“FÀ I COSE A CIUF-CIAF

A Lucera quando una persona si imbatte inaspettatamente in un ostacolo, si dice
– “À TRUUÁTE NDRÚPPECHE

A Lucera per indicare l’improvvisa sensazione di calore che colpisce una donna, sintomo della menopausa, si dice
TENÈ I CUPIJOSE

A Lucera per indicare qualcosa di cui non si ricorda il nome, o che non si vuole specificare, si dice
– “ U CÓSE

 

REGOLE DI PRONUNCIA

Il dialetto lucerino, come del resto ogni dialetto, ha le sue ben precise e non sempre semplici regole di pronuncia. Tutto questo, però, genera inevitabilmente l’esigenza di rispettare queste regole non solo nel parlare, ma anche e soprattutto nello scrivere in dialetto lucerino. Considerato che il fine di questa rubrica è proprio quello di tener vivo e diffondere il nostro dialetto, offrendo così a tutti, lucerini e non, la possibilità di avvicinarvisi e comprenderlo quanto più possibile, si ritiene di fare cosa giusta nel riepilogare brevemente alcune regole semplici ma essenziali di pronuncia, e quindi di scrittura dialettale, suggerite dall’amico Massimiliano Monaco.

1) La vocale “e” senza accento è sempre muta e pertanto non si pronuncia (spandecà), tranne quando funge da congiunzione o particella pronominale (e, che); negli altri casi, ossia quando la si deve pronunciare, essa è infatti sempre accentata (sciulutèzze, ‘a strètte de Ciacianèlle).

2) L’accento grave sulle vocali “à, è, ì, ò, ù” va letto con un suono aperto (àreve, èreve, jìneme, sòrete, basciù), mentre l’accento acuto “á, é, í, ó, ú” è utilizzato per contraddistinguere le moltissime vocali che nella nostra lingua dialettale hanno un suono molto chiuso (‘a cucchiáre, ‘a néve, u rebbullíte, u vóve, síme júte), e che tuttavia non vanno confuse con una e muta (u delóre, u veléne, ‘u sapéve, Lucére).

3) Il trigramma “sck” richiede la pronuncia alla napoletana (‘a sckafaróje, ‘a sckanáte).

4) Per quanto riguarda le consonanti di natura affine “c-g, d-t, p-b, s-z” è stata adottata la grafia più vicina alla pronuncia popolare (Andonije, Cungètte, zumbà) quella, per intenderci, punibile con la matita blu nei compiti in classe.

5) Per rafforzare il suono iniziale di alcuni termini, si rende necessario raddoppiare la consonante iniziale (pe bbèlle vedè, a bbune-a bbune, nn’è cósa túje) o, nel caso di vocale iniziale, accentarla (àcede, ùcchije).

6) Infine, la caduta di una consonante o di una vocale viene sempre indicata da un apostrofo (Antonietta: ‘Ndunètte; l’orologio a pendolo: ‘a ‘llorge; nel vicolo: ‘nda strètte).

[LINO MONTANARO BIOGRAFIA E PUBBLICAZIONI PRECEDENTI]

 

 

Potrebbero Interessarti

Il segreto del Boss 3, lunedì 16 ottobre si gira!

redazione

Un nuovo bando del GAL Meridaunia destinato esclusivamente al territorio di Lucera per investimenti nel settore agricolo

redazione

Torna anche a Lucera “In farmacia per i bambini 2021”

redazione

Dialettando 265 – Modi di dire Lucerini

Lino Montanaro

“Tesori ritrovati”: Inaugurazione della mostra al Museo Diocesano di Lucera

Isabella Capobianco

Dialettando 17 – Modi di dire Lucerini

Lino Montanaro