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XXIII Domenica Tempo ordinario – Anno C | commento al Vangelo Domenicale di Don Arturo Di Sabato

Don Arturo Di Sabato | Lucera
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don-arturo-di-sabato-1Rubrica – “A contatto con il Vangelo – a cura di Don Arturo Di Sabato Vicario Parrocchiale, Santa Maria della Spiga – Lucera e Assistente Spirituale Sezione U.A.L. (Unione Amici di Lourdes).
Commenti e riflessioni sul Vangelo Domenicale.

Il seme della Vita | XXIII domenica Tempo ordinario – Anno C 
8 Settembre 2019 – Dal Vangelo secondo Luca (14,25-33)

In quel tempo,una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolarne la spesa e a vedere, se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.  Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

“Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo” (Lc 14,27)

Carissimi,
la pagina odierna del vangelo ci detta quali sono le linee guida per seguire Gesù, anche se forse possono apparire un po’ esigenti o dure.
Possiamo essere suoi discepoli, se lo amiamo più dei nostri affetti, dei nostri vincoli familiari e di tutto ciò che ci lega sulla terra.
Possiamo essere suoi discepoli, se rinunciamo a tutti i nostri averi, perché chi si basa sui propri beni, sulle proprie necessità rischia di essere vizioso e cade nelle opere della carne, invece di lasciarsi guidare dai frutti dello Spirito.(Gal 5,13-26).
Infine, saremo suoi discepoli se porteremo quella croce, pur sofferenti, con le nostre difficoltà, portando a termine tutto ciò che il Signore ci chiede senza tirarci indietro, con amore andando dietro di lui.

Meditando questa pagina e rivedendo queste tre “condizioni” che il Signore ci pone, noi chiediamoci sempre a che punto è il nostro cammino di fede. Siamo pronti, siamo in grado, di fare ciò che il Signore ci chiede? Il vero discepolo deve portare e deve andare per la strada tracciata da Dio che comunque ci lascia liberi perché ci ama.
Buona domenica
Vostro don Arturo

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