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XXX Domenica Tempo ordinario – Anno C | commento al Vangelo Domenicale di Don Arturo Di Sabato

Don Arturo Di Sabato | Lucera
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don-arturo-di-sabato-1Rubrica – “A contatto con il Vangelo – a cura di Don Arturo Di Sabato Vicario Parrocchiale, Santa Maria della Spiga – Lucera e Assistente Spirituale Sezione U.A.L. (Unione Amici di Lourdes).
Commenti e riflessioni sul Vangelo Domenicale.

Il seme della Vita | XXX domenica Tempo ordinario – Anno C 
27 ottobre 2019 – Dal Vangelo secondo Luca (18,9-14)

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo:”O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 18,14)

Carissimi,
anche in questa domenica, Gesù torna a parlarci della preghiera, più che altro sull’atteggiamento del pregare, mettendo a confronto due figure il fariseo che credeva di pregare bene, si riteneva giusto, addirittura ringraziava Dio che non era come i ladri, assassini, pagava la decima, digiunava. Pieno di presunzione,  giudicava il pubblicano che pregava accanto a lui, che però a distanza, nella sua piccolezza, senza alzare gli occhi al cielo, pregava con un atteggiamento virtuoso chiedendo misericordia al Signore per i suoi peccati.
Gesù fa capire che il pubblicano torna giustificato, apprezzato, perché ha pregato nella sua semplicità e soprattutto nella profondità del cuore, fino ad umiliarsi. Il fariseo, invece, come tutti i farisei che credevano di essere giusti solo perché (credevano) di osservare la legge, nella sua preghiera si è solo esaltato. Ma tutto ciò, non conta, perché dinanzi a Dio vi è un capovolgimento: “chi si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”. Questo vale, soprattutto per noi!
Facciamo un vero confronto con la pagina del vangelo, chiedendoci in quale dei due personaggi ci riconosciamo o se vogliamo dirla tutta imitiamo.
Siamo come il fariseo, che crediamo di essere perfetti, giudicando chi ci sta sempre accanto, esaltandoci, credendo che la nostra anima è salva, come sempre sottolineo mettiamo l’io al posto di Dio; oppure siamo come quel pubblicano, che preghiamo con semplicità, amorevolezza, confidando solo nella Misericordia di Dio facendo un vivo esame di coscienza e chiediamo perdono dei nostri peccati.

Buona domenica
Vostro don Arturo

 

 

 

 

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