C’è una forma di nostalgia un po’ singolare che avvolge noi che viviamo lontano da Lucera per motivi inevitabilmente legati al lavoro. Un sentimento fatto di ricordi, di sapori, di esperienze che hanno riempito la nostra fanciullezza e la nostra gioventù, vissute nella nostra famiglia e con gli amici più cari.
Allora diventa una esigenza vitale la voglia di ritornare per rivedere ancora una volta i luoghi dove siamo nati.
Ma c’è un periodo dell’anno in cui il richiamo di Lucera è inusitato: I FÈSTE D’AÚSTE.
Allora diventa una esigenza vitale la voglia di ritornare per rivedere ancora una volta i luoghi dove siamo nati.
Ma c’è un periodo dell’anno in cui il richiamo di Lucera è inusitato: I FÈSTE D’AÚSTE.
Già all’uscita dall’autostrada a San Severo s’ incomincia ad immaginare il momento in cui si riabbracceranno i parenti che ti aspettano, in cui ci ritroverà AMMIZZE ‘U LAREGHE, con qualche amico che ti viene incontro.
Sarà anche vero che negli ultimi anni questo evento si è trasformato in qualcosa di folcloristico e commerciale, ma sono i giorni in cui tutte le nostre famiglie celebrano la ritrovata unione con lauti pranzi, soprattutto con l’immancabile GALLUCCE del 15 agosto.
Sarà anche vero che negli ultimi anni questo evento si è trasformato in qualcosa di folcloristico e commerciale, ma sono i giorni in cui tutte le nostre famiglie celebrano la ritrovata unione con lauti pranzi, soprattutto con l’immancabile GALLUCCE del 15 agosto.
Il 16 poi tutti alla processione di SANTA MARIA PATRONA, vero simbolo della comunità lucerina sparsa per il mondo al cui passaggio i nostri occhi riempiono inevitabilmente di lacrime.
Poi il rito finale degli spettacolari fuochi d’artificio. Terminate le feste arriva il momento degli addii con la macchina stipata di ogni ben di Dio e con la promessa di ritrovarsi al più presto.