“Il lucerino è il dialetto più giovane d’Italia”, Quadernetto di – Romano Petroianni (leggi biografia)
U lucerene èoje u dejalètte chejù crejatere talejane
(U / lucer-n, / eoj / u / d-jalett / ch-jù / cr-jat-r / tal-jan)
Cosa mi ha portato ad enunciare che il dialetto di Lucera è il linguaggio più giovane d’Italia?
La risposta immediata è:
– “la deduzione” –
Quel ragionamento che da determinate premesse si ricavano conclusioni logicamente necessarie, cioè arrivare alla verità attraverso questo procedimento –
Come è deduzione, ed è verità, che tutte le diagonali in un cerchio passano dal suo centro.
Alla stessa maniera di come sono stati colmati alcuni vuoti del passato, con logiche deduzioni, e piccoli tasselli hanno completato il grande mosaico della storia (o quasi).
Tra queste logiche deduzioni è compresa anche la mia, non espressa in nessun testo di storia, in merito alla liberazione di Lucera dalla presenza degli Svevi e da quella saracena.
Perché Carlo I d’Angiò, dopo l’assedio a Lucera, da febbraio 1268 ad agosto 1269, contrariamente agli accordi con il Papa Urbano IV, del maggio / 1264, permise alla colonia saracena di vivere nel cuore del mondo cristiano invece di distruggerla?
Non sarebbe stato più logico che il mondo saraceno a Lucera sparisse in questa occasione e non dopo 34 anni, il 15 agosto nel 1300, tramite Pipino di Barletta per volere di Carlo II D’Angiò lo zoppo?
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