Sono state rinvenute a Lucera tracce di rete fognaria romana; con la caduta dell’Impero, non vennero più costruite nuove fogne e quelle esistenti furono abbandonate.
La a costruzione di una rete fognaria cittadina allacciata alle abitazioni è stata avviata nel 1927 e solo dopo alcuni decenni ha coperto tutta la città. Prima di allora alcune abitazioni erano dotate di pozzi neri, che erano parte comune di una casa, che raccoglievano i rifiuti fognari della stessa. Periodicamente venivano svuotati e i rifiuti con i carri botte venivano dispersi nei torrenti e nelle campagne. Un grande svuotatore di pozzi neri fu una persona nota con il soprannome di Cagliostro.
C’erano, però, molte abitazioni che ne erano sprovvisti e i bisogni corporali erano fatti nel cantero, un grosso vaso di terracotta, utilizzato come tazza da bagno (nd’o candre ). Per pulirsi dopo aver fatto i bisogni, poiché non c’era la carta igienica, veniva usato uno strofinaccio appeso a un chiodo, (‘a pèzze de candre), che si cambiava ogni mattina una volta al giorno, con qualche problemino immaginabile sul finire della giornata.
I rifiuti organici, venivano immediatamente travasati, per igiene, dentro un recipiente cilindrico portatile dotato di coperchio (u ruange), collocato dietro una tendina (arréte a nu pannètte), in un punto nascosto della casa, in attesa di essere svuotato e nelle prime ore del mattino successivo.
Infatti a quelle ore, annunciato dal suono di una trombetta, passava per tutte le strade il carro adibito alla raccolta dei rifiuti di fognatura delle abitazioni sprovviste di pozzo nero (‘a carrate ). U ruange, quindi, era ripulito e pronto per il riutilizzo. Questi rifiuti come quelli dei pozzi neri venivano scaricati nei campi, che in questo modo erano concimati.