Un vecchio modo di dire lucerino che aveva il significato di sottolineare che c’era una grande confusione.
L’espressione traeva origine dal fatto che l’8 di settembre, a fine campagna agraria, scadevano i contratti dei coloni in agricoltura e, spesso, si cambiava datore di lavoro.
Poiché i braccianti abitavano, perlopiù, in abitazioni di proprietà dell’agrario, ecco che, se si cambiava padrone, si dovevano lasciare anche le abitazioni. Allora si traslocava in cerca di miglior fortuna e avvenivano i famosi scasamìnde nelle campagne.
L’8 settembre, però, era anche la data di scadenza dei contratti di affitto delle abitazioni cittadine, quindi anche nel paese c’erano i scasaminde con il trasloco delle poche masserizie da una casa all’altra.
Da quella tradizione è nato un altro modo di dire: “Carrije cúme l’òtte settèmbre” è usato per indicare chi va sempre in giro carico di pacchi alla maniera di chi trasportava mobili e suppellettili nel giorno consacrato ai traslochi.
A partire dagli anni 60, con il boom economico, molte cose e anche questa tradizione sono venute meno.